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l'irrealtà virtuale




Per decenni nessuno aveva fatto nulla di concreto per fermare il degrado dell'ambiente; inquinamento, devastazione, squilibrio erano stati per troppo tempo i virus incontrollabili che avevano portato alla rovina il nostro pianeta e tutto ciò che ci viveva sopra. Il mondo era appassito tragicamente come un superbo fiore che viene reciso dalle sue vitali radici.
Quando l'uomo si rese conto di essere giunto sull'orlo di un baratro che portava alla autodistruzione totale decise di trovare una via di fuga invece che tentare di risolvere un così terribile ed insormontabile problema arrivando a riconoscere come unica soluzione l'annientamento totale della realtà fino allora conosciuta per trovare rifugio in una nuova dimensione, quella della realtà virtuale.
Fu così che ogni individuo sulla terra venne dotato di un casco predisposto per proiettare alla vista una realtà digitalizzata creata dai computer centrali della rete informatizzata mondiale; ogni essere umano avrebbe vissuto, in questo modo, in una realtà inventata dalle sedi centrali ed in base al reddito e all'importanza avrebbe potuto usufruire di una determinata bellezza sia delle immagini ricevute che della propria immagine trasmessa agli altri. La gente quindi avrebbe finito per muoversi e tenere contatti con oggetti o persone vedendone un'apparenza trasmessa dal proprio schermo.
Bastarono pochi anni alla razza umana per dimenticare l'esistenza del mondo vero ed accettare quella spettacolare simulazione; le condizioni dell'ambiente ed i suoi mutamenti divennero sconosciuti e ritenuti irrilevanti.
Da quel tempo trascorsero parecchi decenni senza che nulla cambiasse nella vita degli esseri umani; ci si abituò addirittura ai numerosi incidenti dovuti ai frequenti errori di invio delle immagini nei caschi.
Rimasero sconosciute, infatti, le cause di un incidente anomalo



 
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Andrea Bressan
giugno 1994