Sedia vuota, deserta,
contieni ancora il fantasma 
di colui che sedeva e guardava,
taceva o parlava.
Tu sei lì, silente e pensosa
  simbolo di vuoto ed assenza
  miracolo d'equilibrio tra esistenza e nullità.
E ricorda la tua forma quella di chi
è assente
  per sempre, per qualche lungo inverno, meriggio.
Rievochi pensieri e sguardi,
  con la tua concretezza sei l'imago dell'astratto
  come un lieve sentore rimasto nell'aria
  dopo lo sfilare di una donna,
e come esso maledici con il rituale del ricordo
  chi ti conosce e ti vede,
  che con un sospiro lapida in eterno
  il fugace sogno dell'irrealizzabile.
Sorride lo spettro che siede su di te
  ed il suo mistero svanisce in un raggio di sole,
quando la mia anima 
è zittita dalla vita.