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Fuga di una Sera




Mi ero rifugiato in un pianeta lontano, nel pianeta di sabbia; nella realtà artificiale di un’illusione cibernetica, ma, come virus informatici, mi hanno raggiunto e mi hanno inseguito attraverso i sentieri del deserto di quella simulazione di sogno fantascientifico, sbaragliando le mie truppe.
Sono fuggito attraverso fogli di carta e matite nelle emozioni dei disegni, alzando il volume a far tuonare musica per coprire ogni rumore, ma si sono infiltrati tra le immagini che stavo creando, cercando di risalire la mia mano e le mie visioni per trascinarmi con loro.
Ho attivato lo schermo e vi sono entrato camuffandomi tra personaggi cinematografici quando all'improvviso si sono spente le luci e i titoli di coda mi hanno indicato la fine.
Sono corso verso la macchina sperando di riuscire a seminarli, lanciandomi contro di loro a tutta velocità per poi dileguarmi tra le strade contorte e trafficate della città. Coperto dal buio della notte ho abbandonato la macchina e mi sono rifugiato in un luogo in cui le bottiglie di alcool promettevano salvezza, tra i volti vaghi di gente estranea.
Non è passato molto tempo e si è aperta la porta e lei è entrata; troppo bella per non essere figlia dell’incubo e del delirio. Così ho aguzzato l’udito e ho sentito le loro urla avvicinarsi.
Tra i fumi dell'alcool buttai all'aria il tavolo e mi lanciai attraverso la vetrata, migliaia di gocce luccicanti di vetro mi avvolsero e atterrai sul marciapiede, erano dappertutto e correvano affamati verso di me.
Misi la mano dietro la schiena di istinto e trovai un revolver infilato alla cintura; estrassi e feci fuoco su di loro mentre cercavo di tornare alla macchina.
Tropo pochi i proiettili… troppi ad inseguirmi, mi erano quasi addosso. Entrai in macchina e la misi in moto: le ruote sgommarono fragorose sull’asfalto e l'auto si dimenò violentemente, poi riprese a rombare per le



 
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Viaggiatore
1992